Interazioni pillola – farmaci

Vuoi saperne di più? Contattami!

06 85 35 01 07 (Roma)
351 60 57 095 (Nepi, VT)
info@mariaritaboccolini.it

La principale conseguenza clinica, ed anche la più temuta, dovuta ad interazioni farmacologiche che vedono coinvolta la pillola anticoncezionale, è una gravidanza non desiderata (ovulazione) quindi un fallimento terapeutico della contraccezione.

Anche a fronte di una letteratura scientifica prevalentemente di natura aneddotica, le evidenze suggeriscono che i principali farmaci interagenti con i contraccettivi orali combinati appartengono essenzialmente a due classi terapeutiche: gli anticonvulsivanti e gli antibiotici/antinfettivi.

Interazioni con antibiotici

La possibilità che molti antibatterici (es. penicilline, cefalosporine, tetracicline, sulfamidici, chinoloni, cloramfenicolo, metronidazolo, isoniazide, trimetoprim) riducano l’assorbimento intestinale della componente estrogenica dei contraccettivi orali combinati e quindi conseguentemente riducano l’efficacia dei contraccettivi orali, è un problema annoso e assai controverso

Come precedentemente riportato in letteratura troviamo dati riferiti a case report o studi di piccole dimensioni.

Alcuni dati epidemiologici, seppur di numerosità esigua, suggeriscono che l’incidenza di gravidanza che si verifica con la concomitante assunzione di antibiotici a largo spettro e pillola anticoncezionale non risulta essere differente rispetto all’incidenza di tale evento in caso di assunzione dei soli contraccettivi orali combinati.

Nonostante i dati di letteratura non supportino la rilevanza clinica di tali interazioni prevale l’atteggiamento pragmatico di consigliare in queste situazioni l’utilizzo di ulteriori sistemi anticoncezionali, soprattutto nelle pazienti in cui, una precedente somministrazione contemporanea dei due farmaci aveva provocato perdite ematiche intermestruali o irregolarità mestruali e per le utilizzatrici di penicilline ad ampio spettro d’azione o di tetracicline che, modificando la normale flora batterica intestinale con conseguente insorgenza di diarrea, possono ridurre l’assorbimento intestinale degli estrogeni.

Un discorso a sé stante merita l’antitubercolare rifampicina per la quale sono disponibili evidenze consistenti, sia sperimentali sia cliniche sull’effetto negativo relativamente all’efficacia contraccettiva anche per terapie di breve durata.

Allo stesso modo, pur con minore intensità, agisce la rifabutina.

Analoghe considerazioni possono essere fatte per l’antimicotico griseofulvina.

Antiepilettici

Le segnalazioni di fallimento del contraccettivo orale in donne trattate con farmaci antiepilettici sono numerose.

Fra gli anticonvulsivanti la fenitoina, il fenobarbitale e in minor misura il primidone, la carbamazepina e l’etosuccimide, l’oxcarbazepina ed il felbamato sono induttori degli enzimi epatici con incremento della metabolizzazione e riduzione dei livelli plasmatici dei contraccettivi orali.

Nelle pazienti in terapia con questi farmaci a cui si debba prescrivere un contraccettivo orale, è opportuno privilegiare pillole con un contenuto di estrogeni maggiore (50-100 microgrammi).

In alternativa si dovrà ricorrere ad altri metodi contraccettivi. L’acido valproico, invece, non è un induttore enzimatico e non presenta questo problema.

Fortunatamente, taluni farmaci antiepilettici di relativa recente commercializzazione ampliano le possibilità di scelta in caso di uso concomitante di contraccettivi orali: infatti la gabapentina, il levetiracetam, la tiagabina e la vigabatrina possono essere somministrati alle donne che assumono contraccettivi orali senza timore di diminuirne l’efficacia.

Per quanto riguarda la lamotrigina, da uno studio è emerso che l’uso concomitante con contraccettivi orali ha ridotto significativamente i livelli plasmatici dell’anticonvulsivante e vi sono state alcune segnalazioni di convulsioni in pazienti precedentemente controllate che hanno iniziato ad assumere contraccettivi orali.

Per contro, la lamotrigina ha dimostrato di avere effetti minimi sulle concentrazioni plasmatiche di etinilestradiolo e di levonorgestrel.

Altri farmaci e nutraceutici che interagiscono con la pillola anticoncezionale

La quasi totalità degli antivirali (es inibitori delle proteasi, inibitori della trascrittas inversa etc.) sono induttori o inibitori del CYP3A4.

Alle donne in trattamento con antivirali che decidono di iniziare o continuare una contraccettivi orali combinati, va raccomandato di utilizzare in modo sistematico un contraccettivo di barriera, sia per prevenire la trasmissione dell’HIV, che per prevenire l’eventuale ridotta efficacia della pillola anticoncezionale.

Tra gli altri farmaci capaci di indurre enzimi epatici e comunque capaci di ridurre l’attività dei contraccettivi orali combinati si ricordano il Modafinil, i Retinoidi, in particolare la isotretinoina ed il Tacrolimus.

Molti sono i prodotti di origine naturale di cui si sospetta la possibile interferenza con la contraccezione estroprogestinica orale ma solo per l’iperico si hanno dati sufficienti per poter affermare che l’iperico può ridurre l’azione contraccettiva in virtù della diminuzione della concentrazione plasmatica dell’etinilestradiolo.

Fra le interazioni che aumentano la concentrazione plasmatica dei contraccettivi orali combinati vale la pena di ricordare che gli SSRI (fluvoxamina, fluoxetina, sertralina)

Nel caso di donne che assumono contemporaneamente contraccettivi orali la comparsa di effetti indesiderati tipici degli estrogeni può avere in questa associazione una possibile spiegazione.

Torna in alto